1797, nasce il moderno concetto di ambulanza e di automedica


In origine in termine ambulanza stava ad indicare una formazione militare, composta da personale sanitario, che costituiva solitamente un ospedale da campo al seguito dell'esercito di appartenenza. L'utilizzo del termine per indicare un mezzo finalizzato al soccorso ed al trasporto dei feriti, viene attribuito al barone Larrey. Egli, con l'introduzione della sua ambulanza volante, capì per primo l'importanza di un trattamento immediato, seguito da un trasporto appropriato del ferito in un vero ospedale o altro luogo attrezzato. Ma non è il solo merito da attribuire al barone Larrey.


Il chirurgo Larrey
Dominique Jean Larrey nacque a Beaudéan, un paese sui Pirenei in Francia, l'8 luglio 1766. Rimasto orfano, studiò presso suo zio, Alexis, che aveva fondato una scuola di chirurgia a Tolosa. Qui il giovane Larrey completò i suoi studi e decise poi di visitare altre università per poter acquisire maggiori conoscenze nella professione di chirurgo, da lui scelta. Poco tempo dopo, a Parigi, avendo saputo che era possibile lavorare come medico di bordo sulle navi, decise di spostarsi nella città portuale di Brest. Qui trascorse alcuni mesi studiando il mondo della navigazione e la strumentazione medico-chirurgica della nave su cui avrebbe preso servizio come responsabile sanitario. Quando finalmente la nave salpò, Larrey scoprì di soffrire il mal di mare. Tramutò questo inconveniente in uno studio su se stesso, descrivendo disturbi e trattamenti applicati. Inoltre si cimentò con grande impegno nello studio e nella cura dello scorbuto e delle altre indisposizioni di cui soffriva l'equipaggio. Tornato a Parigi nel 1789 (l'anno della rivoluzione), fu impegnato presso l'Hotel Dieu sotto la direzione di Desault. Con lo scoppio dei primi tumulti rivoluzionari, cominciarono ad affluire verso l'ospedale un gran numero di feriti. Il dottor Larrey ebbe così modo di studiare i vari tipi di ferite che si ricevono in battaglia. Come risultato di questa esperienza, sviluppò l'idea dell'ago e filo di sutura, le cui caratteristiche basilari sono le stesse ancora oggi.
Nel 1792 scoppiò la guerra contro Prussia ed Austria. Larrey fu assegnato ad un reparto operante sul Reno agli ordini del maresciallo Luchner. Per molte settimane il personale medico preparò l'occorrente per le medicazioni e si discusse di chirurgia militare. Agli ordini del maresciallo Custine, succeduto a Luchner, i francesi si scontrarono contro i Prussiani presso Spires. Dopo tanta teoria Larrey ebbe la prima esperienza diretta in un campo di battaglia. Quattro anni dopo fondò la scuola di Sanità Militare a Val de Grace. Nel 1798 Desault e Larrey effettuarono un ardito intervento sul pericardio. Nel 1798 Larrey eseguì la prima disarticolazione dell'anca della storia. Esponente di spicco della corrente demolitrice della chirurgia dell'epoca, Larrey fu senza dubbio uno dei principali promotori della nuova visione della medicina, sviluppatasi in quegli anni in Francia, per la quale il concetto di intervento medico doveva tener conto delle cause delle patologie e della precocità della prestazione.
L'Accademia reale di Chirurgia lo insignì della medaglia d'oro per il suo contributo alla pratica chirurgica. Quale medico militare partecipò a più di 50 battaglie, rimanendo ferito in maniera non grave per tre volte, si guadagnò l'adorazione dei soldati e la stima di Napoleone Buonaparte che arrivò a lasciargli un legato di 100.000 franchi.
Il problema "tempo"
Fin dalla prima esperienza sui campi di battaglia, Larrey notò che le modalità di soccorso ai feriti, attuate fino ad allora, comportavano tempi molto lunghi per il raggiungimento dei feriti stessi, che rimanevano trascurati fino all'arrivo in ospedale; la conseguenza diretta di questo fatto era naturalmente una mortalità molto elevata. La possibilità concreta di risolvere questo problema gli venne data quando il giovane Napoleone Bonaparte lo volle al suo fianco e lo mise alla direzione del servizio sanitario durante la Campagna d'Italia. Ebbe così piena autorità ed autonomia per sviluppare il suo progetto. In questo fu affiancato dal Percy, suo collega, che presentò a Napoleone stesso un progetto intitolato "Chirurgia delle battaglie": una riorganizzazione completa dell'assistenza sanitaria che prevedeva un corpo permanente di chirurghi ed un organico fisso che provvedesse al raggiungimento dei feriti già nel corso della battaglia ed una immediata prestazione delle prime cure necessarie a quella che oggi definiremmo una "stabilizzazione sul posto" prima del trasporto.

L'ambulanza volante
Oltre all'aspetto orgnizzativo, Larrey si occupò anche della progettazione del mezzo di trasporto che venne chiamato appunto ambulanza volante. Il termine "volante" fu dato in quanto i carri usati venivano schierati accanto alle formazioni dell'artiglieria volante. Nelle specifiche originali, Larrey stabilì che il veicolo fosse costituito da un corpo fondamentale semplice, con parti facilmente riparabili. Doveva essere leggero di peso ma, nello stesso tempo, solido e robusto, con la capacità di muoversi velocemente senza creare eccessivo disagio ai feriti trasportati. Il corpo fondamentale dell'"ambulanza volante" era costituito da un cassone in legno, con il tetto arrotondato per permettere alla pioggia di scivolare via senza appesantire ulteriormente il carico.
Nella parte posteriore due cardini fissavano su ogni lato una doppia porta, chiudibile dall'esterno con una sbarra serrata su un perno girevole. Sulle pareti erano praticati dei fori, due per ogni lato, che consentivano la ventilazione all'interno del vano. Pannelli scorrevoli, posti internamente, permettevano di regolare l'aerazione.
Era previsto il trasporto di due feriti al massimo, adagiati supini fianco a fianco, su dei lettini, precursori delle moderne barelle; erano infatti composti da una struttura metallica sulla quale si poggiava un materasso in crine di cavallo ricoperto in pelle. A ciascun lato della struttura metallica erano fissate delle maniglie e, nella parte inferiore, piccole ruote consentivano all'intero telaio di essere portato fuori del vano. Per la comodità dei feriti, i lettini, oltre ai materassi, erano dotati di cuscini in piume, anche questi rivestiti in pelle. Non mancavano le coperte. L'arredo interno era completato da un ulteriore rivestimento in pelle nella parte inferiore delle pareti interne, ove erano ricavate numerose tasche che contenevano materiale di medicazione. Il veicolo era trainato da 2 cavalli, uno collegato ad un'asta fissa e l'altro ad un bilancino; su questa cavalcava anche il conducente del veicolo. Il basamento del telaio collegava asta e bilancino con l'assale delle due ruote. Ad ogni angolo di questo telaio erano affisse delle balestre.
Al termine di queste, una robusta striscia di cuoio le collegava al cassone che fungeva da vano sanitario, creando un effetto ammortizzante. Praticità d'uso, facilità di pulizia interna, riguardo verso i trasportati erano quindi le peculiarità di questo mezzo.

Il carro medico
Il personale sanitario ed i chirurghi giungevano dall'infortunato a bordo di un carro ideato da Percy, costituito da una grossa pertica centrale sulla quale i trasportati stavano a cavalcioni.

L'ambulanza degli Ussari
Le dodici ambulanze volanti assegnate alle divisioni degli Ussari Francesi subirono una parziale modifica in quanto i due cavalli non erano più affiancati, bensì uno dietro l'altro. Un cavallo era sempre collegato con un'asta fissa al carro. Il secondo cavallo, più avanzato, veniva cavalcato e dava la direzione al veicolo.

Risultati
La riorganizzazione con il sistema di Percy e Larrey migliorò sensibilmente le percentuali relative alle statistiche riguardanti la sopravvivenza dei soldati feriti. Le perdite totali dei francesi nelle 26 campagne dal 1792 fino alla battaglia di Waterloo nel 1815 furono due milioni e mezzo di uomini. Di questi solo però 150.000 morirono sui campi di battaglia; tutti gli altri perirono dopo il trasporto in ospedali da campo in seguito ad infezioni, malattie contagiose, stenti.
Problemi
I limiti delle ambulanze volanti si dimostrarono solo su terreni accidentati, montagnosi, desertici e questo pose a Larrey una nuova sfida. I muli, da sempre, avevano costituito per l'esercito il più valido sostituto al trasporto su ruota di rifornimenti, armi e materiale pesante. Il barone Larrey pensò quindi di utilizzare proprio i muli per risolvere il suo problema. Mise dunque a punto un sistema di sedie, chiamate "cacolets" poste sui fianchi dell'animale, al quale erano attaccate con finimenti e cinghie. Per i feriti che dovevano invece rimanere distesi, furono progettate delle lettighe collegate alla soma dell'animale con bande metalliche. Furono chiamati "giacigli mobili". Durante la campagna d'Egitto si pose il problema del trasporto nel deserto. Arguto ma semplice nelle soluzioni Larrey applicò il principio dei "cacolets" all'animale che più si trova a proprio agio nel deserto: il dromedario. Sia i "cacolets" che le lettighe furono adattate da Larrey per l'utilizzo su questo animale tanto da divenire il metodo migliore, per parecchi anni, per il trasporto sanitario nel difficile, arido ambiente desertico.
È curioso sapere che un'immagine utilizzata da Larrey per raffigurare il metodo di trasporto su animale fu utilizzata, tale e quale, per illustrare un manuale medico militare americano durante la guerra nel Vietnam. Infatti sia i "cacolets" e le lettighe attaccate ad animali, che i principi stabiliti da Larrey per l'ambulanza volante continuarono ad essere utilizzati per il soccorso ai feriti ed infortunati fino ai primi del 1900.
J. Goerke, amico di Larrey, importò in Germania i principi organizzativi del servizio delle ambulanze volanti francesi; inoltre fondò ed istruì delle infermiere volontarie prussiane. F. Nightingale, figura principe della professione infermieristica, diede un grande sviluppo alle prime cure dei feriti sui campi di battaglia della guerra di Crimea, applicando proprio quelle metodiche di intervento tanto care al Larrey.

Dominique Jean Larrey si spense il 25 luglio del 1842 dopo aver lasciato un contributo fondamentale nella storia delle medicina e, in particolare, del primo soccorso.

[Si ringrazia Ivo Barbacini per le ricerche storiche e bibliografiche]


Web master: Angelo Brunero

Questa è una prova d'autore, eseguita nel marzo 1997
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